Festa di Sant'Antonio Abate

In: Tradizioni sarde Su: lunedì, gennaio 12, 2015

La Festa di Sant'Antonio Abate è una ricorrenza particolarmente sentita in tutta la Sardegna.

La leggenda narra che il Santo rubò dagli inferi una scintilla e la donò alla terra, attraversata da temperature glaciali, portando la luce e dando agli uomini la possibilità di riscaldarsi.

In ricordo di ciò, nei paesi isolani nella notte fra il 16 e il 17 gennaio si accendono dei grandi falò e si compie una sorta di rito, fra il sacro e il profano: tutto il paese infatti compie tre giri in senso orario e tre in senso antiorario intorno al fuoco per sciogliere un voto o per chiedere una grazia.

La festa prende diversi nomi a seconda delle località: “Sas Tuvas” nell’oristanese , “Sos Focos”, nel nuorese, “Sas Frascas”, in Ogliastra, “Su Romasinu” in Baronia.

Oltre al nome, da un luogo all’altro vi sono piccole e grandi differenze: dalla legna utilizzata alla modalità di raccolta e al numero dei fuochi accesi nel paese.

Fra i festeggiamenti più conosciuti anche fuori della Sardegna vi è sicuramente quello di Mamoiada, centro barbaricino in provincia di Nuoro, famoso per la tradizionale maschera del Mamuthone. I preparativi della festa di Sant'Antonio Abate a Mamoiada iniziano già da qualche settimana prima, con le donne che hanno il compito di preparare i dolci sardi tipici del carnevale: papassini bianchi e soprattutto neri (dolce tipico del paese), coccone 'in mele e sas caschettas. Anche gli uomini un po’ di tempo prima si adoperano per il recupero del legname, da posizionare nei luoghi stabiliti in vista dell’accensione nel giorno della festa.

E’ una festa di tutta la comunità ed ogni rione organizza un proprio falò che ha la durata di tre giorni. In questo periodo di tempo tutta la comunità vive personalmente la festa, presenziando e contribuendo attivamente sia a livello finanziario, sia offrendo vino, dolci e generi alimentari vari.

La festa ha inizio nel pomeriggio del 16 gennaio, quando il sacerdote, anticipato dal rintoccare delle campane, benedice il fuoco principale allestito nel piazzale della chiesa Patrona Beata Vergine Assunta, girando per tre volte attorno al fuoco col santo e tutti i fedeli in processione e recitando il credo. Tradizione vuole che si prenda dal fuoco principale un carbone ardente, da utilizzare per accendere ogni fuoco rionale (una quarantina). Inizia così forse la festa paesana più sentita a Mamoiada, con un via vai di persone che passa da un fuoco all’altro per assaggiare il vino e salutare amici e parenti venuti in paese per l’occasione.

In Barbagia la Festa di Sant’Antonio coincide con un altro evento molto importante, l’inizio del Carnevale. Infatti è la prima volta dell’anno che le maschere tradizionali di ogni paese sfilano. E’ così anche a Mamoiada, dove il 17 gennaio, nel primo pomeriggio, presso la sede Pro Loco, inizia la vestizione dei Mamuthones e Issohadores. Terminata la vestizione le maschere iniziano la sfilata lungo tutti i rioni, visitando tutti i fuochi, attesi dai compaesani, sempre pronti ad offrire un buon bicchiere di vino e dai forestieri, sempre estasiati alla vista della maschera e della sua caratteristica danza.

La festa termina il 18 gennaio, giorno di Sant'Antoneddu, con i componenti di ogni rione riuniti in modo riservato a consumare gli avanzi di cibo della festa mentre bruciano gli ultimi tizzoni.

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Festa di Sant'Antonio Abate - Cuor di Sardegna js_def

Festa di Sant'Antonio Abate

In: Tradizioni sarde Su: lunedì, gennaio 12, 2015

La Festa di Sant'Antonio Abate è una ricorrenza particolarmente sentita in tutta la Sardegna.

La leggenda narra che il Santo rubò dagli inferi una scintilla e la donò alla terra, attraversata da temperature glaciali, portando la luce e dando agli uomini la possibilità di riscaldarsi.

In ricordo di ciò, nei paesi isolani nella notte fra il 16 e il 17 gennaio si accendono dei grandi falò e si compie una sorta di rito, fra il sacro e il profano: tutto il paese infatti compie tre giri in senso orario e tre in senso antiorario intorno al fuoco per sciogliere un voto o per chiedere una grazia.

La festa prende diversi nomi a seconda delle località: “Sas Tuvas” nell’oristanese , “Sos Focos”, nel nuorese, “Sas Frascas”, in Ogliastra, “Su Romasinu” in Baronia.

Oltre al nome, da un luogo all’altro vi sono piccole e grandi differenze: dalla legna utilizzata alla modalità di raccolta e al numero dei fuochi accesi nel paese.

Fra i festeggiamenti più conosciuti anche fuori della Sardegna vi è sicuramente quello di Mamoiada, centro barbaricino in provincia di Nuoro, famoso per la tradizionale maschera del Mamuthone. I preparativi della festa di Sant'Antonio Abate a Mamoiada iniziano già da qualche settimana prima, con le donne che hanno il compito di preparare i dolci sardi tipici del carnevale: papassini bianchi e soprattutto neri (dolce tipico del paese), coccone 'in mele e sas caschettas. Anche gli uomini un po’ di tempo prima si adoperano per il recupero del legname, da posizionare nei luoghi stabiliti in vista dell’accensione nel giorno della festa.

E’ una festa di tutta la comunità ed ogni rione organizza un proprio falò che ha la durata di tre giorni. In questo periodo di tempo tutta la comunità vive personalmente la festa, presenziando e contribuendo attivamente sia a livello finanziario, sia offrendo vino, dolci e generi alimentari vari.

La festa ha inizio nel pomeriggio del 16 gennaio, quando il sacerdote, anticipato dal rintoccare delle campane, benedice il fuoco principale allestito nel piazzale della chiesa Patrona Beata Vergine Assunta, girando per tre volte attorno al fuoco col santo e tutti i fedeli in processione e recitando il credo. Tradizione vuole che si prenda dal fuoco principale un carbone ardente, da utilizzare per accendere ogni fuoco rionale (una quarantina). Inizia così forse la festa paesana più sentita a Mamoiada, con un via vai di persone che passa da un fuoco all’altro per assaggiare il vino e salutare amici e parenti venuti in paese per l’occasione.

In Barbagia la Festa di Sant’Antonio coincide con un altro evento molto importante, l’inizio del Carnevale. Infatti è la prima volta dell’anno che le maschere tradizionali di ogni paese sfilano. E’ così anche a Mamoiada, dove il 17 gennaio, nel primo pomeriggio, presso la sede Pro Loco, inizia la vestizione dei Mamuthones e Issohadores. Terminata la vestizione le maschere iniziano la sfilata lungo tutti i rioni, visitando tutti i fuochi, attesi dai compaesani, sempre pronti ad offrire un buon bicchiere di vino e dai forestieri, sempre estasiati alla vista della maschera e della sua caratteristica danza.

La festa termina il 18 gennaio, giorno di Sant'Antoneddu, con i componenti di ogni rione riuniti in modo riservato a consumare gli avanzi di cibo della festa mentre bruciano gli ultimi tizzoni.

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