Nurri è un comune con grande tradizione artigiana, soprattutto di pietra e legno, in cui viene in particolare realizzata sa mola, la pietra utilizzata per la mietitura del grano, e is cubedda.
Lo conoscete? è un tipico contenitore, solitamente in ginepro ma anche in castagno o rovere, a seconda del legno a disposizione, usato anticamente per trasportare e bere il pregiato VINO sardo, i LIQUORI, il FILU E FERRU o semplicemente l'acqua.
Is cubedda, così è chiamata questa sorta di antica borraccia sarda, era in voga nelle campagne e nelle case della zona centro-meridionale della Sardegna fino agli anni 70. Oggetto di uso quotidiano nel mondo agro-pastorale, oggi è soprattutto un prodotto artigianale tipico sardo molto ricercato dai collezionisti e dai ricercatori di oggetti del passato, utilizzato anche come idea regalo dagli amanti della Sardegna, della sua storia e delle sue tradizioni.
Per la verità a Nurri, centro dove l'utilizzo di sa cubedda è perdurato più che in altri, l'uso di questo manufatto sardo è ancora diffuso nei giorni nostri: se ne fa uso nelle fredde domeniche di caccia grossa, durante l'attività venatoria, oppure nelle giornate di festa.
Se ancora qualche nostalgico continua ad utilizzarla, vanno sempre di più a scomparire gli artigiani che la producono come da antica tradizione, un sapere che si tramandava di generazione in generazione.
Ha imparato così Antonio Pinna, falegname di 38 anni, unico superstite fra gli artigiani degli antichi segreti di is cubeddas a Nurri. Antonio ha imparato dal padre, come il padre aveva imparato dal nonno.
Oggi è uno degli ultimi detentori degli antichi saperi de is cubeddas, le borracce tipiche frutto di un processo lavorativo le cui fasi di produzione sono rimaste inalterate nel tempo fino a oggi.
Non sono impiegati macchinari ma tutto è realizzato interamente a mano: le doghe in legno prendono una forma curva con l'unico utilizzo del fuoco e dell'acqua, la pulitura e finitura sono eseguite unicamente con la raspa e l'ultima mano con il coltello.
Oltre alla tecnica e ai segreti, Antonio ha ereditato dal nonno l'incudine, dove ancora oggi campana e ribadisce (in sardo “arrebronai”) i cerchi metallici.
Il risultato finale è un prodotto che può essere di varie dimensioni a partire da un litro fino a un quarto di litro, realizzato interamente a mano, senza l'impiego di nessun tipo di collante né impermeabilizzante, la cui tenuta è garantita solamente dalla pressione esercitata dai cerchi.
Per quanto riguarda l'uso, prima di riempire is cubedda è consigliato trattarla mediante la procedura de "sa lissia" (lisciva). Consiste nel versare della cenere in un contenitore d'acqua e portare ad ebollizione. Successivamente versare il liquido con l'ausilio di un colino e di un piccolo imbuto all'interno de is cubedda avendo cura di non riversare il liquido nella superficie esterna. Con gli appositi tappi sigillare bene e attendere un paio d'ore. Successivamente fare un paio di risciacqui con acqua pulita, a questo punto is cubedda è pronta per l'uso. Non avendo nessun tipo di trattamento si consiglia, una volta riempita, di non lasciarla vuota per lunghi periodi, onde evitare che venga compromessa la tenuta.
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